Il 18 agosto 2014 è uscito il mio ultimo libro "Una sillaba sussurrata", edizioni LietoColle, fotografie di Carlo Tarsia.
"Una sillaba sussurrata" ha ottenuto una menzione d'onore al premio internazionale di poesia Rodolfo Valentino, IV edizione.
"Una sillaba sussurrata" ha ottenuto una menzione d'onore al premio internazionale di poesia Rodolfo Valentino, IV edizione.
Qui un piccolo "assaggio"...
Incipit
Che
diremo stanotte all’amico che dorme?
La
parola più tenue ci sale alle labbra
dalla
pena più atroce. Guarderemo l’amico,
le
sue inutili labbra che non dicono nulla,
parleremo
sommesso.
La
notte avrà il volto
dell’antico
dolore che riemerge ogni sera
impassibile
e vivo. Il remoto silenzio
soffrirà
come un’anima, muto, nel buio.
Parleremo
alla notte che fiata sommessa.
Udiremo
gli istanti stillare nel buio
al
di là delle cose, nell’ansia dell’alba,
che
verrà d’improvviso incidendo le cose
contro
il morto silenzio. L’inutile luce
svelerà
il volto assorto del giorno. Gli istanti
taceranno.
E le cose parleranno sommesso.
Cesare
Pavese
Tu
eri la vita e le cose.
In
te desti respiravamo
sotto
il cielo che ancora è in noi.
Non
pena, non febbre allora,
non
quest’ombra greve del giorno
affollato
e diverso. O luce,
chiarezza
lontana, respiro
affannoso,
rivolgi gli occhi
immobili
e chiari su di noi.
È
buio il mattino che passa
senza
la luce dei tuoi occhi.
Cesare
Pavese
Primavere noi
quando –
nell’arcobaleno dei ricordi –
coglievamo l’aroma del pesco
una vitalità di spuma sommersa
nello sguardo del cielo.
Le
nuvole sono legate alla terra ed al vento.
Fin
che ci saran nuvole sopra Torino
sarà
bella la vita. Sollevo la testa
e
un gran gioco si svolge lassù sotto il sole.
Masse
bianche durissime e il vento vi circola
tutto
azzurro
talvolta
le disfa
e ne
fa grandi veli impregnati di luce.
Sopra
i tetti, a migliaia le nuvole bianche
copron
tutto, la folla, le pietre e il frastuono.
Molte
volte levandomi ho visto le nuvole
trasparire
nell’acqua limpida di un catino.
Anche
gli alberi uniscono il cielo alla terra.
Le
città sterminate somiglian foreste
dove
il cielo compare su su, tra le vie.
Come
gli alberi vivi sul Po, nei torrenti
così
vivono i mucchi di case nel sole.
Anche
gli alberi soffrono e muoiono sotto le nubi
l’uomo
sanguina e muore
ma
canta la gioia
tra
la terra ed il cielo, la gran meraviglia
di
città e di foreste. Avrò tempo domani
a
rinchiudermi e stringere i denti. Ora tutta la
vita
son le nubi e le piante e le vie, perdute nel cielo.
Cesare
Pavese
La superficie dei pensieri
mi riconduce alle tue mani
profumate di acuminati
acanti.
Fili d’erbe intuiscono–
in sommadi prato–
un oltre aromatico
di Langa assolata, che rivivo
permanendo in un essere
senz’acqua, eppure naufrago
di più che rotonda fantasia.
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